
Tra le verdure di questa stagione, la regina indiscussa è da sempre la zucca.
Si tratta di un alimento appartenente alla famiglia delle Curcubitacee, le cui origini sono ancora oggi incerte.
L’arrivo in Europa di questo alimento avvenne solo dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, che ne portò in Italia diverse varietà. Tra le più conosciute troviamo la Cucurbita maxima e la Cucurbita moschata.
E’ spesso utilizzata anche a scopo ornamentale (non commestibile), ma si tratta in realtà di un prodotto molto versatile in cucina, grazie alla notevole biodiversità che la contraddistingue.
Può essere adatta alla preparazione di primi piatti, ma anche di contorni e dessert, utilizzandone la polpa, i semi (che vanno tostati) o i germogli.
Dal punto di vista nutrizionale, nonostante presenti un interno “polposo”, che ricorda quello amidaceo della patata, si tratta di una verdura a tutti gli effetti: contiene infatti circa il 95% d’acqua e il 71% di carboidrati.
Questo suo contenuto in carboidrati non deve però confondere !
L’apporto calorico su 100g di prodotto è di sole 20 Kcal, di cui il 71% è rappresentato da 3,5g di carboidrati.
Contiene inoltre un buon apporto di sali minerali (calcio, potassio, sodio, magnesio, fosforo) e vitamina E, antiossidanti importanti come i “caroteni” (utili alla produzione di vitamina A), una buona quota di aminoacidi e una discreta quantità di fibre (200g di zucca soddisfano il 4% del fabbisogno giornaliero).
Nei semi è contenuta la “curcubitina”, una sostanza utile a contrastare patologie dell’apparato urinario sia maschile (prostata) che femminile (cistite).
Alla zucca vengono, infatti, riconosciute proprietà diuretiche e calmanti (utile per chi soffre d’insonnia), nonché valida alleata nel benessere della pelle.
La zucca alza la glicemia?
Per rispondere correttamente a questa domanda è importante fare alcune premesse.
La glicemia è il valore determinato dal quantitativo di zucchero (glucosio) nel sangue, ed è responsabile oltre al diabete di numerose patologie correlate.
Per determinare la risposta glicemica ad un alimento, devono essere presi però in considerazione altri due parametri:
- l’indice glicemico, ovvero i valori di glicemia riscontrati a seguito dell’assunzione dell’alimento, senza tenere in considerazione della quantità consumata (che in questo caso resta pari a 75 sia che si consumino 100g o 200g di zucca)
- e il carico glicemico, ovvero il valore che risulta dalla moltiplicazione dell’indice glicemico per la quantità di carboidrati assunti, diviso per la quantità di alimento consumato.
Nel caso della zucca, l’ indice glicemico è pari a 75 su una scala massima di 110, quindi molto alto, ma il carico glicemico è basso (per valori fino a 10), poiché:
75 (indice glicemico) x 3,5 (che sono i grammi di carboidrati presenti in 100 g di zucca) diviso 100 g = 2.65.
Essendo un ortaggio dal gusto dolce, è comune credere che non sia adatta al consumo in caso di diabete e sovrappeso.
Nulla di più errato, come dimostrato da uno studio del 2007 svolto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Massachusetts e pubblicato sul Journal of Medicinal Food, la zucca possiede proprietà antidiabetiche.
In un studio più recente, del 2018, la polpa di zucca è stata addirittura utilizzata, oltre all’insulina, su pazienti diabetici ricoverati in terapia intensiva con ottimi risultati (puoi approfondire i risultati ottenuti qui).
Contrariamente a ciò che si pensa, la zucca può essere pertanto consumata alla pari di altri ortaggi. La porzione consigliata per un adulto è di 200-300g, come per le altre verdure.
Per alcune idee su come utilizzarla consulta la sezione “Ricette” del blog !